Publiacqua: un piano per San Paolo (Prato)
Publiacqua ha presentato oggi il progetto per il potenziamento fognario e per affrontare i problemi di allagamento del popoloso quartiere di Prato. Lo hanno fatto Nicola Perini, Presidente di Publiacqua, Cristiano Agostini, responsabile Gestione Operativa, Francesco Criscione, responsabile investimenti dell’azienda, ed il progettista di Ingegnerie Toscane Andrea Massini, alla Commissione Consiliare 4 del Comune di Prato, che ha competenze su urbanistica, ambiente e protezione civile, presieduta dal consigliere Maurizio Calussi e con la presenza dell’assessore competente e del vicesindaco.
Publiacqua ha terminato lo studio realizzato dai propri tecnici per affrontare gli storici problemi di allagamenti che affliggono il quartiere di San Paolo, soprattutto in caso di eventi meteo particolarmente importanti, e la commissione è stata l’occasione ideale per presentare i risultati del suddetto studio sul bacino di San Paolo (50 ettari per circa 5.000 abitanti equivalenti) e sulla relativa rete idraulica, ed in particolare dell’esistente collettore di via dell’Alberaccio. Un bacino, quello di San Paolo, che ha una pendenza da nord e sud e dove, in caso di eventi meteo importanti, la rete attuale ed il bacino idrografico presente (Vella, Bardena) non riescono a gestire gli enormi afflussi di acqua.
Tre gli scenari ed altrettante le ipotesi risolutive presentate dall’azienda al termine del suddetto lavoro di analisi e di modellazione matematica dei diversi scenari: 1) costruzione di un nuovo collettore di scarico del torrente Bardena; 2) costruzione di una cosiddetta “vasca volano”; 3) costruzione di 3 bacini di detenzione.
Il primo scenario ipotizzato, nonostante un quadro economico di realizzazione di circa 22 milioni di euro, non risulta però fattibile in quanto, dagli studi e modelli matematici effettuati, non darebbe garanzie di piena soluzione alle criticità idrauliche lamentate, andando ad incidere su un torrente Bardena che, durante gli eventi meteo oggetto dello studio, non potrebbe ricevere l’acqua proveniente dal nuovo collettore. Medesima valutazione per la seconda ipotesi. La costruzione di una cosiddetta “vasca volano” (8.000 mc), per un quadro economico di circa 31 milioni di euro, infatti, avrebbe effetti solo al termine di tutte le opere e non garantirebbe una scalabilità delle opere medesime.
La soluzione ideale e possibile si è così rilevata la terza proposta che prevede la costruzione di 3 bacini di detenzione di diverse dimensioni (5.000, 2.000 e 1.000 mc) con svuotamento a gravità (ogni 24/48H) e con un quadro economico di circa 20 milioni di euro. Tre vere e proprie piccola casse d’espansione che, tra l’altro, consentirebbe la distrettualizzazione (divisione) del sistema fognario della zona serviti dai nuovi bacini costruiti. Previsto il rinnovo del 30% della rete fognaria della zona e l’inserimento urbanistico di uno dei bacini con un camminamento ed area a verde a disposizione della cittadinanza. Quest’ultimo progetto, attuato già in Lombardia ed in altre aree urbane all’estero (Rotterdam in Olanda, Leicester in Inghilterra e Portland negli Stati Uniti).
Un lavoro apprezzato dai membri della commissione e che oggi ha vissuto solo il primo momento di un lungo processo approvativo dove sarà fondamentale individuarne, per esempio, la finanziabilità per poi arrivare al progetto esecutivo e quindi alla cantierizzazione.
“Il quartiere San Paolo a Prato è storicamente lo specchio di un problema con il quale da molti anni ci troviamo a che fare e cioè il rischio di allagamenti – ha detto Nicola Perini, Presidente di Publiacqua - Purtroppo da molto tempo a questa parte non è l’unico – l’alluvione dello scorso novembre che ha messo in ginocchio la Toscana tutta con ingenti danni umani ed economici ne è la riprova – e oggi più che mai è compito dei soggetti deputati alla corretta gestione del servizio fare quanto più possibile per individuare soluzioni tecniche ad hoc, atte a mitigare il rischio idrogeologico e a prevenire gli effetti degli allagamenti cui purtroppo sono abituati gli abitanti del quartiere. Il cuore di questo studio sono i tre scenari che emergono, ciascuno dei quali porta con sé dei pro e dei contro, soprattutto in termini di autorizzazioni ambientali. Per Publiacqua è il primo studio di questo tipo con relativo progetto di realizzazione. Dei tre scenari, quello che Publiacqua ritiene più idoneo alla situazione del quartiere San Paolo è il terzo, che prevede la realizzazione di casse di espansione che, ubicate nelle zone limitrofe di San Paolo, restituirebbero anche un’area vivibile alla collettività, in virtù delle aree verdi che verrebbero realizzate a supporto e dei percorsi ciclopedonali dintorno che riqualificherebbero ulteriormente il territorio. Si tratta di un investimento importante, circa 20 milioni di euro, ma necessario. Condividere e realizzare un intervento del genere, nell’interesse collettivo, supportati magari da attività di comunicazione e formazione per istituzioni e cittadini coinvolti, rappresenta un dovere per un’azienda come Publiacqua, per affrontare queste problematiche ambientali, sociali ed economiche oggi purtroppo sempre più frequenti e che necessitano di rapide soluzioni. E rapidi processi autorizzativi”.