Istituzionali
27 Dicembre 2013

AEEG: dal 1° gennaio in vigore le nuove regole dell'Autorità per tariffe e bollette

Dal 1° gennaio del 2014 entra in vigore il nuovo Metodo Tariffario Idrico (1) introdotto dall’Autorità per l’energia per favorire costi sempre più efficienti e investimenti
per ridurre le perdite e l’inquinamento ambientale. E, sempre da inizio anno, diventa operativa la
Direttiva sulla trasparenza delle bollette per renderle più chiare e dare maggiori informazioni sui
diritti dei consumatori, con l’obbligo ai gestori di pubblicare on line le Carte dei servizi.
Ad annunciare queste novità il Presidente dell’Autorità Guido Bortoni nel corso della IIa
Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici che si è tenuta oggi a Milano per tracciare
un bilancio sull’attività svolta2 e per delineare le linee strategiche e gli sviluppi futuri.
Gli obiettivi prioritari dell’Autorità nel settore idrico sono promuovere, attraverso una regolazione
stabile e certa, l’economicità, l’efficienza e l’equilibrio economico finanziario nelle gestioni, un
servizio di qualità, lo sviluppo delle infrastrutture e la sostenibilità ambientale della fornitura
‘’affinchè – ha dichiarato Bortoni- tutta la cittadinanza possa avere una ‘buona acqua’, restituita alla
natura dopo una depurazione efficace, non lasciando alle generazioni future un’eredità negativa di
inquinamento e sprechi”.
Oggi le perdite superano il 30%, gli impianti di depurazione non coprono il 30% della cittadinanza e
il 15% non ha sistemi fognari. L’Autorità stima che sono state realizzate meno del 56% delle opere
necessarie e che gli interventi più urgenti per superare carenze croniche e mettersi in regola con gli
adempimenti europei richiedono oltre 25 miliardi di euro nei prossimi 5 anni.
“Una spesa così rilevante è difficilmente sostenibile con le sole tariffe. Per questo – ha detto
Bortoni- insieme alle misure tariffarie l’Autorità è orientata allo sviluppo di nuove opzioni
finanziarie integrative e innovative quali, ad esempio, l’introduzione di hydrobond (titoli
obbligazionari vincolati al finanziamento di piani di investimento), titoli di efficienza idrica e fondi
nazionali, locali o ancor meglio di garanzia’’.
Su criteri innovativi poggia, in particolare, il nuovo Metodo Tariffario Idrico in vigore dal 2014, con
particolare riferimento a due principi guida: la selettività e la responsabilizzazione da attuare
attraverso una regolazione asimmetrica, capace di adattarsi alle diverse esigenze di un settore molto
differenziato a livello locale e nella governance3. Nello specifico, sono previsti quattro diversi tipi
di schemi tariffari rispetto ai quali ciascun soggetto competente potrà individuare la soluzione più
efficace a seconda dei propri obiettivi di sviluppo e delle peculiarittà territoriali.
Nel frattempo, a seguito delle approfondite verifiche previste, quest’anno sono già state approvate le
tariffe di 486 gestioni in base al precedente metodo tariffario transitorio, per un totale di oltre 20
milioni di abitanti serviti; l’incremento medio è stato contenuto al 2,7% rispetto al 2012, un valore
inferiore al limite previsto dall’Autorità per evitare aumenti indiscriminati4.
Nell’anno in corso sono stati inoltre approvati i criteri per la restituzione nelle bollette dei
consumatori dell’importo corrispondente alla remunerazione del capitale investito abrogata dal
referendum del 2011. A inizio dicembre, l’Autorità ha intimato ai soggetti che non avevano ancora
proceduto, di individuare entro 30 giorni l’importo da restituire agli utenti. Trascorsa questa
scadenza, l’Autorità determinerà forfetariamente il rimborso.
Fra le iniziative a tutela dei consumatori, l’avvio di un’indagine per verificare il rispetto delle
norme sulla lettura dei consumi e la gestione del contatore, indispensabile anche per introdurre la
‘tariffa sociale’ prevista nel ddl ambiente collegato alla legge Stabilità. Sugli interventi per garantire
ai soggetti economicamente disagiati una fornitura gratuita per soddisfare i bisogni fondamentali,
l’Autorità ha già fatto una consultazione prevedendo anche misure per limitare la progressività
tariffaria alle famiglie numerose e ulteriori interventi per favorire l’accesso all’acqua5.
L’Autorità ha anche deciso un supplemento di istruttoria sull’acqua contaminata da arsenico per
acquisire ulteriori elementi utili a valutare le ricadute tariffarie, ma anche per verificare se i gestori
hanno preso tutte le misure per garantire ai consumatori dei comuni coinvolti un servizio sostitutivo
adeguato e per riportare i parametri nella legalità.
Una breve panoramica del settore idrico in Italia
L’Italia è un Paese è ricco di risorse idriche superficiali e sotterranee e ha un consumo di acqua
particolarmente elevato rispetto ai principali Paesi europei: circa 44 miliardi di metri cubi/anno, quasi l’88%
della disponibilità effettiva. La disponibilità di acqua varia sensibilmente a livello regionale e stagionale, con
problematiche di scarsità e discontinuità soprattutto nel Mezzogiorno.
Il costo dell’acqua in Italia è fra i più bassi d’Europa, circa 1,5 euro, al metro cubo a fronte degli oltre 4
euro per metro cubo del Regno Unito, degli oltre tre euro di Francia, Grecia, Svizzera e Finlandia.
Le criticità più rilevanti riguardano le infrastrutture e, in particolare le perdite di rete, pari ad oltre il 30%
dell’acqua immessa e non fatturata, un livello fra i peggiori in Europa, ma anche l’assenza di servizi di
fognatura per il 15% della popolazione e di servizi di depurazione per il 30% della popolazione. In
Spagna questa percentuale è intorno al 22, in Gran Bretagna al 19%, in Danimarca al 10% e in Germania al
7%. I depuratori, inoltre, sono spesso obsoleti (in media oltre 20 anni di attività), inefficienti o inadeguati.
Questa situazione ha determinato l’apertura di numerose procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese
per violazione della Direttiva 91/271 sulla protezione dell’ambiente dagli scarichi di reflui urbani, con il
rischio di rilevanti sanzioni economiche in caso di condanna.
Altre criticità riguardano la stratificazione normativa, la presenza di diversi metodi tariffari e la
molteplicità di soggetti coinvolti, dei quali non esiste ancora una anagrafica completa a livello nazionale.
Vi è infine la problematica dei comuni con acqua fuori dai limiti di potabilità per la presenza di sostanze quali
arsenico e fluoruro in quantità superiori ai limiti di legge; questa problematica è stata in parte risolta, ma
restano alcuni ambiti dove sono necessari interventi di messa ‘a norma’.



Comunicato Stampa

Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas



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1 L’MTI rappresenta l’evoluzione del Metodo tariffario transitorio MTT valido per il 2012-2013. Nel nuovo metodo viene confermata
per il 2014-2015, la tariffa binomia con parte fissa per tutti i servizi e una parte variabile in proporzione ai consumi.
2 Le competenze di regolazione e controllo nei servizi idrici sono state attribuite all’Autorità per l’energia dal dl 201/11 e dal Dpcm 20
luglio 2012.
3 Il nuovo metodo è impostato in funzione delle decisioni delle Amministrazioni sul fabbisogno di investimenti nei prossimi 4 anni, in
rapporto al valore delle infrastrutture esistenti. L’attenzione viene posta sulle ricadute dei diversi interventi sugli attori coinvolti, in
termini di efficacia, efficienza e di tre parametri-chiave: la protezione e le garanzie per i consumatori, gli stimoli alla minimizzazione
dei costi per i gestori, la stabilità e l'affidabilità per i finanziatori.
4 Nel 2013, le tariffe calcolate con il MTT hanno registrato un incremento medio del 4,1% in 30 gestioni ex metodo tariffario
normalizzato con 16.377.394 abitanti serviti, del 2% per 11 gestioni ex-CIPE con 1.498.415 abitanti serviti; in 251 gestioni e 1.062.989
abitanti le tariffe sono rimaste invariate mentre per circa 600 mila persone in 184 gestioni sono scese del 10%. I Piani tariffari vengono
elaborati dagli enti d’ambito secondo i criteri stabiliti dall’Autorità e vengono poi trasmessi al regolatore per l’approvazione finale
(delibera 273/2013/R/idr): in caso di mancato invio, le tariffe sono determinate d’ufficio.
5 La consultazione (DCO 85/2013/R/idr) ha riguardato il bonus sociale e, in particolare, gli orientamenti rispetto all’individuazione dei
beneficiari, delle utenze chiamate a finanziarlo, la quantificazione del beneficio, le modalità di accreditamento e di er