Data pubblicazione: 28.01.2025
Data aggiornamento: 12.02.2025

Focus PFAS

In questa sezione puoi trovare una descrizione di cosa siano i PFAS, dei limiti previsti nella normativa nazionale, europea e internazionale, dell’attività svolta da Publiacqua per monitorare la loro presenza nelle acque erogate. I risultati delle analisi effettuate da Publiacqua sono disponibili sul sito nella sezione Intorno a te_qualità acqua

Cosa sono i PFAS

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono una classe di sostanze organiche molto vasta, di origine industriale, caratterizzate dalla elevata presenza di fluoro legato ad atomi di carbonio. Tali sostanze, diffuse in tutto il mondo a partire dagli anni quaranta, sono state utilizzate in maniera massiva nell’industria per rendere resistenti, ai grassi e all'acqua, tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. La loro presenza è trasversale a diversi settori industriali, da quelli che realizzano prodotti per la casa, al settore automobilistico e aeronautico finanche al settore medicale, solo per ricordarne alcuni.

Questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative negli ecosistemi e negli organismi viventi e, stante anche la loro persistenza, sono stati avviati studi per analizzarne la nocività. Studi recenti hanno indicato, quali impatti sulla salute, l’aumento dei livelli di colesterolo, alterazioni a livello di fegato e tiroide, del sistema immunitario e riproduttivo, e alcuni tipi di neoplasie.

L’attenzione crescente ai rischi determinati dai PFAS ha portato a modifiche importanti nella normativa destinata a tutelare la salute dei consumatori, tra cui anche quella inerente alle acque destinate all’uso umano.

LA NORMATIVA EUROPEA ED ITALIANA SUI PFAS

A livello europeo è la Direttiva Europea 2020/2184, recepita in Italia con il D. Lgs.18/23, ad inserire, tra l’elenco dei parametri da considerare pericolosi per la salute umana, i PFAS.

In particolare, la Direttiva introduce due parametri:

  • il parametro “PFAS – totale”, per il quale vale il limite di 0,50 µg/l (pari a 500ng/l);
  •  il parametro “somma di PFAS”, che comprende un numero limitato e definito di molecole, che destano particolare preoccupazione, per il quale vale il limite di 0,10 µg/l (pari a 100ng/l). Queste ultime sostanze vanno controllate quando dalla valutazione del rischio nelle aree di alimentazione emerge la probabilità della loro presenza nelle fonti di approvvigionamento.

COSA SI INDICA CON PFAS TOTALE E PFAS SOMMA

La "Somma di PFAS" è un parametro specifico e mirato; il "PFAS totale" è un parametro globale che cerca di catturare l'intera gamma di contaminanti PFAS presenti nell'acqua. La loro rilevazione e misurazione ha obiettivi diversi. Nel caso della Somma di PFAS l’obiettivo è fornire una misura della contaminazione da PFAS concentrandosi su composti noti e preoccupanti; nel secondo caso, PFAS totale, l’obiettivo è fornire una valutazione complessiva della contaminazione da PFAS, includendo tutte le varianti possibili.

 Il parametro "Somma di PFAS" si riferisce quindi alla concentrazione combinata di un sottoinsieme specifico di alcune sostanze PFAS, selezionate sulla base della loro preoccupazione per la salute.

Il parametro "PFAS totale" rappresenta la concentrazione totale di tutte le sostanze per- e polifluoroalchiliche presenti nell'acqua, senza limitarsi a un numero specifico di composti.

METODI ANALITICI PER IL MONITORAGGIO

Definiti i limiti, la Commissione Europea ha emanato nel corso del 2024 le Linee guida tecniche sui metodi analitici per il monitoraggio delle sostanze comprese nei parametri “PSA Somma” e PFAS Totale”. Come avvenuto infatti in altri casi in cui si siano introdotti nuove sostanze tra quelle da prendere in considerazione per la tutela della salute umana, il tema delle metodiche di analisi e ricerca non è indifferente. L’omogeneizzazione e certificazione delle metodiche da parte degli organismi internazionali preposti è infatti uno dei requisiti di tutela e garanzia per il consumatore.

  • Per i PFAS Somma le problematiche relative all’analisi sono molteplici e dipendono anche dalla presenza ubiquitaria dei PFAS. Tale presenza rende infatti possibile l’inquinamento dei campioni durante le fasi di loro prelievo e analisi, restituendo quindi un risultato non corretto. Inoltre, l’elevata differenza delle proprietà chimico-fisiche degli analiti rende critica l’ottimizzazione del metodo per tutti i composti. Rileva infine il problema di limiti di quantificazione molto bassi che richiedono strumentazione di alto livello e procedure di analisi adeguate.
  • Per PFAS Totale le Linee guida non forniscono l’indicazione di metodi adeguati agli scopi di sorveglianza di questi parametri. È questo ancora un ambito che necessita quindi di approfondimenti scientifici e di attività di ricerca. Per questo motivo l’Italia sta valutando lo stralcio del parametro “PFAS Totali” dal D. Lgs.18/23, con l’aggiunta di nuovi PFAS emergenti al parametro Somma PFAS e l’introduzione di un valore di parametro specifico per l’acido trifluoroacetico (TFA).

ALTRE NORMATIVE INTERNAZIONALI

L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) sulla base di studi epidemiologici, ha definito un valore di dose tollerabile per l’assunzione pari a 4.4 ng/Kg peso corporeo come somma delle concentrazioni di quattro PFAS (PFOA- acido perfluoroottanoico, PFNA- acido perfluorononanoico, PFHxS- acido perfluoroesansolfonico, PFOS- acido perfluoroottansolfonico). Anche tale valore è in revisione per la valutazione dell’aggiunta degli altri PFAS sulla base della normativa vigente.

Per quanto attiene i valori dei PFAS nelle acque destinate al consumo umano si ricordano i seguenti limiti già definiti:

Germania: 

PFAS 20 sostanze: 100ng/L (come Direttiva)

PFAS EFSA: 4ng/L

Svezia:

PFAS 21 sostanze (+6:2 FTS): 100ng/L

PFAS EFSA: 4 ng/L

Danimarca:

PFAS 22 sostanze (+6:2 FTS + PFOS): 100ngL

PFAS EFSA: 2ng/L

L’EPA (Agenzia di protezione ambientale statunitense) ha definito quale limite nelle acque potabili per il PFOA e il PFOS il valore di 4ng/l mentre per altri tre composti chimici (PFNA, PFHxS e GenX) un limite di 10ng/l. Ha introdotto inoltre un indice di pericolo (HI MCL) che pone un limite per il solo composto PFBS (che fa parte del gruppo di composti inclusi nel parametro Somma PFAS) di 1000ng/l. Un valore quindi pari a 10 volte il parametro Somma PFAS previsto in Italia.

COSA E' IL TFA

L’acido trifluoroacetico (TFA) è strutturalmente un PFAS, ma può essere il risultato di degradazione di altri composti (farmaci, pesticidi ecc.) oltre che essere prodotto in atmosfera per degradazione dei gas fluorurati. È oggetto di discussione scientifica anche la sua origine naturale. La sua presenza è molto diffusa tanto da poter essere considerato ubiquitario, anche perché un notevole apporto alla contaminazione ambientale da TFA è dovuto alla formazione della sostanza nell’atmosfera e quindi alla sua dispersione in ambiente tramite le precipitazioni. Per le caratteristiche chimiche e tossicologiche diverse rispetto ad altri PFAS, molti paesi hanno inserito o si stanno indirizzando verso l’introduzione di un limite specifico per il TFA:

  • Paesi Bassi - Istituto olandese per la sanità pubblica e l'Ambiente (RIVM) sulla base di una valutazione del rischio: valore guida di 2.200 ng/L;
  • Germania - Agenzia per la protezione ambientale tedesca (UBA): valore guida per il TFA pari a 60.000 ng/l e un valore target di 10.000 ng/l;
  • Danimarca - Ministero per l’ambiente danese: valore guida per il TFA pari a 9.000 ng/l.

In Italia non esiste al momento un limite specifico per la concentrazione di TFA nelle acque destinate al consumo umano.

Dati preliminari sulla sua concentrazione sono stati acquisiti e resi disponibili all’Istituto Superiore di Sanità dai gestori del servizio idrico integrato che, su base volontaria e con il coordinamento di Utilitalia (la Federazione nazionale che raccoglie i gestori), hanno effettuato un’analisi su molteplici punti di campionamento.

LA RICERCA SUI PFAS IN PUBLIACQUA

In Publiacqua è sempre stata data grande attenzione all’evoluzione tecnico-scientifica nel campo degli inquinanti emergenti e dei trattamenti di potabilizzazione per la loro rimozione.

  • La messa a punto del primo metodo analitico per la determinazione degli PFAS e i primi risultati sull’impianto di potabilizzazione Anconella, che fornisce acqua potabile a circa il 60% degli utenti sul territorio di Publiacqua, sono del 2015, nell’ambito di un’attività di ricerca svolta in collaborazione con l’Università di Firenze. Le concentrazioni riscontrate erano tutte inferiori ad 1 ng/l e quindi assenti se confrontati con i limiti di quantificazioni richiesti dalle Linee Guida tecniche per l’analisi di PFAS.
  • Il tema degli inquinanti emergenti e, tra questi, degli stessi PFAS  è stato approfondito nel 2019 nell’ambito dello sviluppo del Piano di Sicurezza dell’Acqua di Firenze mediante l’analisi di campioni di acqua prelevata dal fiume Arno in ingresso all’impianto di potabilizzazione dell’Anconella e di Mantignano, campioni di acqua dei pozzi di Mantignano, campioni prelevati in punti intermedi del trattamento di potabilizzazione e campioni di acqua potabilizzata in uscita dagli impianti.
  • Sempre nell’ambito del Piano di Sicurezza dell’Acqua di Firenze, negli anni 2021-2022, è stato condotto uno studio in collaborazione con l’Università di Padova per la ricerca di sostanze organiche non target ossia non oggetto di ordinario controllo e per le quali non sono disponibili standard analitici per la loro quantificazione con metodi tradizionali. La ricerca era volta sia alla ricerca di sostanze del tutto incognite che a quella di sostanze dette “suspect” ossia un elenco di composti di interesse perché riportati nella letteratura internazionale o perché potenzialmente presenti nelle fonti di approvvigionamento. Questo approccio rappresenta anche uno dei metodi suggeriti dalla Commissione Europea per la determinazione del parametro PFAs Totale. Dai risultati non è emersa la presenza di PFAS aggiuntivi rispetto a quelli già determinati con la metodica tradizionale.

LA METODICA UTILIZZATA

Per la ricerca di PFAS e microinquinanti organici, presso il laboratorio di Publiacqua sono stati fatti, nel tempo e in anticipo rispetto all’introduzione dei limiti normativi, importanti investimenti su strumentazione analitica quali:

  • cromatografia liquida abbinata alla spettrometria di massa triplo quadrupolo (anno 2013)
  • cromatografia liquida a fase inversa e ionica abbinata alla spettrometria di massa ad alta risoluzione (anno 2022)

Tale strumentazione è quella tecnologicamente più avanzata presente in commercio che richiede tecnici di laboratorio altamente formati e specializzati.

Attualmente, la strumentazione utilizzata per l’analisi di PFAS è quella che prevede l’impiego del cromatografo liquido ad alte prestazioni e lo spettrometro di massa ad alta risoluzione (tipo Orbitrap) per via di caratteristiche peculiare che possono permettere un abbassamento del limite di quantificazione e dell’utilizzo della preconcentrazione SPE-Online.

Il metodo attualmente in uso, che permette l’iniezione diretta del campione, prevede un limite di quantificazione da 0,001 a 0,005 µg/L per ciascun PFAS.

Per il metodo di determinazione degli PFAS è previsto l’accreditamento entro maggio 2025.

Il metodo di analisi dell’acido trifluoroacetico (TFA) è attualmente in fase di studio in collaborazione con il gruppo di lavoro organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità.

CONTROLLI SUI PFAS IN PUBLIACQUA

I controlli su Firenze sono iniziati già dal 2015 sotto forma di campagne di campionamenti periodiche. Dal 2023 è iniziato un controllo di routine completo su tutto il territorio di Publiacqua per la ricerca delle sostanze del parametro PFAS Somma introdotto dal D.Lgs.18/23, ben in anticipo rispetto alla scadenza normativa del 12 gennaio 2026.

Il numero di controlli sugli PFAS eseguiti dal 2023 ad oggi (15 gennaio 2025) è di 927 campioni, di cui 567 sulle fonti, 309 sulle acque potabili e 51 su punti intermedi di trattamento. Si tratta di uno screening molto esteso, con frequenze e copertura ben superiore a quella prevista dalla normativa. La normativa, infatti, non prevede un controllo completo su tutte le zone di fornitura ma unicamente che tali sostanze siano controllate quando la valutazione e gestione del rischio delle aree di alimentazione relative alle fonti di approvvigionamento evidenzi la probabilità che siano presenti. In assenza di una valutazione del rischio delle aree di alimentazione, Publiacqua ha deciso di effettuare uno screening completo con una frequenza molto maggiore rispetto a quella prevista dalla legge. Se si confronta la frequenza di analisi di PFAS in Publiacqua con la minima di legge per parametri chimici per i quali il controllo è sempre previsto, si stima un controllo che è più del triplo del minimo definito dalla normativa.

LE AREE CONTROLLATE

La pianificazione dei campionamenti per gli PFAS in Publiacqua prevede il controllo sulle zone di fornitura idropotabile con volume erogato >100mc/g. E’ previsto il controllo anche su zone di fornitura idropotabile con volume erogato <100mc/g per le quali sussiste il rischio della presenza di PFAS sulla base di due fattori di rischio principali: la presenza nelle fonti di altri inquinanti di origine antropica/industriale e l’ubicazione delle risorse, che alimentano la zona di fornitura, in aree industrializzate.

Sono stati esclusi, in questa prima fase, piccoli e piccolissimi acquedotti in zone montane e non antropizzate. Dal 2025 è previsto estendere il controllo a tutti gli acquedotti, anche i più remoti, con frequenza a scalare.

I controlli sono stati effettuati sulle fonti di approvvigionamento e sull’acqua potabile erogata agli utenti per verificare l’adempienza ai futuri limiti di legge. Per quanto riguarda le fonti più rilevanti sono stati analizzati i singoli pozzi/fiumi/laghi o un coacervo di pozzi in caso di portate più ridotte.

Per il TFA invece non è ancora iniziato un controllo esteso di routine ma sono state effettuate analisi preliminari sugli impianti principali.

RISULTATI DELLE ANALISI CONDOTTE DA PUBLIACQUA

A fine 2024 è stato effettuato il controllo del parametro Somma PFAS sul 99% dell’acqua totale erogata da Publiacqua.

I dati del laboratorio di Publiacqua confermano su tutto il territorio la piena adempienza al limite del D.Lgs.18/23  per il parametro Somma PFAS e anche l’adempienza al limite che potrà essere introdotto dall’Italia, prevedibile di 20ng/l, per la somma dei quattro PFAS EFSA.

Risulta sempre assente PFOS.  Per PFOA le presenze sono sporadiche (9 campioni su 309) e su un limitato numero di impianti con valore massimo di 9ng/l.

I risultati delle analisi effettuate da Publiacqua sono disponibili, a partire dalla seconda metà di febbraio 2025, sul sito alla sezione https://www.publiacqua.it/acqua-territorio/intorno-a-te/qualita